Camminare nella natura e intelligenza artificiale: un’accoppiata possibile?
Per chi ama l’escursionismo, l’idea di affidarsi a un’intelligenza artificiale può sembrare fuori luogo. Camminare significa rallentare, osservare, ascoltare. Eppure, se usata con buon senso, l’IA può diventare una risorsa preziosa anche per chi sceglie i sentieri e la montagna.
Pianificare meglio le escursioni
Grazie a strumenti digitali sempre più avanzati, oggi è possibile:
- trovare percorsi su misura, in base alla propria esperienza, al dislivello desiderato, al tempo disponibile;
- ottenere previsioni meteo localizzate e dinamiche;
- visualizzare su alcune piattaforme informazioni condivise dagli utenti su sentieri poco frequentati, varianti o criticità.
Attenzione però: molte di queste funzioni, come il vero tracciamento personalizzato in base alla forma fisica, o l’aggiornamento costante delle condizioni dei sentieri, non sono ancora pienamente sviluppate o accessibili ovunque. Si tratta di potenzialità, non di strumenti già diffusi su larga scala.
Sicurezza e salute in cammino: il contributo dell’IA e dei dispositivi smart
Quando si parla di escursionismo, la sicurezza personale è un aspetto fondamentale. Negli ultimi anni, l’integrazione tra intelligenza artificiale, smartwatch e sensori biometrici ha aperto nuove possibilità per monitorare la salute dell’escursionista in tempo reale, soprattutto durante attività prolungate o in ambienti isolati.

Molti orologi sportivi di ultima generazione sono oggi in grado di raccogliere dati come:
- frequenza cardiaca continua, con avvisi in caso di valori anomali;
- saturazione dell’ossigeno (SpO2);
- livello di stress e qualità del sonno;
- temperatura corporea e pressione (in alcuni modelli).
Questi dati, elaborati da algoritmi intelligenti, permettono non solo di monitorare il proprio stato fisico, ma anche di prevenire malori o affaticamenti eccessivi.
Alcune app connesse usano l’IA per:
- riconoscere segnali di affaticamento precoce;
- inviare notifiche automatiche di allerta;
- condividere la posizione in caso di emergenza.
Nota: la tecnologia può aiutare, ma non sostituisce mai l’esperienza, il buon senso e una preparazione adeguata.
Imparare mentre si cammina
- App come iNaturalist o PlantNet permettono di riconoscere piante e animali in tempo reale;
- Alcuni progetti offrono contenuti audio o testuali geolocalizzati su natura e cultura.
Conviene fidarsi?
L’intelligenza artificiale, se usata con criterio, può essere un valido strumento al servizio dell’escursionista. Ma la maggior parte delle sue applicazioni nel trekking sono ancora in fase di evoluzione: promettenti, ma non ancora consolidate. Camminare resta un gesto semplice e potente. E forse, proprio per questo, ancora più prezioso in un mondo che corre troppo.
Una riflessione necessaria: attenzione all’uso inconsapevole dell’IA
L’intelligenza artificiale non è una bacchetta magica. Come ogni tecnologia potente, può offrire vantaggi reali solo se utilizzata con consapevolezza, spirito critico e una base minima di conoscenza.
Affidarsi ciecamente agli strumenti digitali, senza capire come funzionano, quali dati elaborano o quali limiti hanno, può trasformare, nel nostro caso, un’escursione in un’esperienza meno sicura.
La tecnologia non sostituisce la competenza.
Conoscere l’ambiente, saper leggere una carta topografica, interpretare il meteo o riconoscere i segnali del proprio corpo restano abilità fondamentali. L’IA può affiancarci, ma non camminerà al nostro posto.Anche con l’IA nello zaino, camminare resta e deve restare, un atto profondamente umano.
Paolo Latella
CR FIE Calabria